Gli esperimenti nelle prime uscite amichevoli
Il primo Trofeo Opulenta Salernum è servito non solo a vivere una mattinata di sport e di svago, rievocando quello che poteva essere un torneo medievale all’epoca di Roberto il Guiscardo tra fazioni diverse. Più nel concreto, il triangolare che ha visto i Foxes opporsi all’Arechi Calcio e alla Longobarda Salerno è servito a mister Dario Guadagno per provare a capire le reali potenzialità della batteria di attaccanti in rosa. E soprattutto come miscelare al meglio gli ingredienti, e in che proporzioni, per trovare la formula del cocktail perfetto prima dell’inizio del campionato di Seconda Categoria. Se della difesa sappiamo che molto difficilmente si vedrà qualcosa di differente dalla linea a 4, e del centrocampo si sa che tutto ruota alla figura carismatica di Ennio Iannone, proviamo adesso ad azzardare ipotesi sul reparto offensivo che sta tanto a cuore alla società. Il presidente Pino D’Andrea si è speso tanto per rinforzare la rosa proprio là davanti, con l’obiettivo dichiarato di proseguire sulla strada di un gioco votato alla ricerca del gol, a prescindere da quali siano gli interpreti o il modulo. Come a dire, a seconda delle giornate e delle combinazioni sarà champagne o prosecco, ma l’importante è che ci siano le bollicine.
La conferma del 4-3-3: sulle fasce con furore
La premessa è quanto di più scontato ci possa essere: l’ingaggio di Saverio Cartone sposta gli equilibri e rende la casella del centravanti perpetuamente occupata. La squadra quindi ruoterà sempre intorno alle finalizzazioni del suo attaccante principe (o Imperatore)? Non proprio, o meglio non solo. Perché mister Guadagno sa bene che un atteggiamento del genere in un campionato come la Seconda Categoria può portare gli avversari a neutralizzare con troppa facilità il suo gioco, sfruttando magari le situazioni di spazi stretti o di schemi difensivi da “pullman davanti alla porta”. E allora il 4-3-3 evoluzione dello scorso torneo diventa il sistema di riferimento, dove Del Regno e Battipaglia a piede invertito possono facilmente associarsi all’Imperatore e far male davvero, sia a campo aperti che negli spazi intasati. Col crescere della condizione fisica, questo modulo in fase d’attacco vedrà il tridente giocare anche piuttosto ravvicinato, lasciando le corsie laterali agli inserimenti arrembanti e letali dei terzini che saranno chiamati a un gran lavoro sulle lunghe distanze. Le 5 sostituzioni e l’abbondanza di laterali bassi favoriscono ragionamenti di questo tipo, con la mediana che offre già discrete garanzie, magari quest’ultima andrebbe solo irrobustita con un po’ di muscoli. Ad ogni modo le gerarchie negli esterni d’attacco sono tutt’altro che immutabili, avendo in reparto calciatori del calibro di Alfonso Sabia, Daniele Tabatabie e Alfonso Ventura è logico aspettarsi dei cambiamenti anche in base alla tipologia di gara che si va ad affrontare. Le armi in questo senso sono piuttosto affilate.
La novità del 4-2-3-1: la fantasia dei trequartisti stuzzica
La variazione più immediata sul tema ci viene fornita analizzando la prima gara del triangolare, quella contro l’Arechi Calcio. Iannone e Peduto a dare qualità e sostanza al centrocampo, sulla trequarti molto avanzati (da destra) Del Regno, Tabatabie e Battipaglia con Saverio Cartone stella polare dell’attacco. Al di là dei tanti gol segnati, i movimenti e le ripetute triangolazioni sono state le cose che più di una volta hanno fatto urlare “bravi così” all’allenatore Dario Guadagno, sempre in tensione agonistica accanto al vice Domenico Nappa. Con questo modulo gli esterni d’attacco hanno dovuto coprire ampie porzioni di campo, un compito che ha visto brillare soprattutto Del Regno apparso già in ottima condizione grazie al lavoro atletico specifico impostato dal preparatore Emiliano Terlizzi. Molto interessante la posizione del trequartista centrale, occupata in questa occasione da Daniele Tabatabie. Più che un rifinitore classico, molto frequentemente andava lui stesso in profondità negli spazi, e dimostrava grandi doti associative con i compagni di reparto. In particolare, Tabatabie ha dimostrato intelligenza tattica notevole nello sfruttamento dei movimenti e degli spazi aperti da Saverio Cartone, il quale tra le varie specialità ha certamente quella di saper attirare i difensori su di sé permettendo di colpire la retroguardia avversaria nei punti sguarniti. Sul tema trequartista restano sempre vive le quotazioni di Santucci e Ventura, che possono dare alternative anche con caratteristiche diverse, mentre volendo regalare equilibrio e corsa ai lati ci pare logico pensare a Sabia o addirittura all’avanzamento di furetti di fascia del calibro di Cavaliere e Lanzara.
L’usato sicuro del 4-4-2: evergreen tra classicità e modernità
Un ponte per arrivare a parlare di questo schema ci viene fornito proprio dalle considerazioni fatte in precedenza. Saverio Cartone attira i difensori su di sé e la punta che gli gioca vicino se ne avvantaggia, basti pensare al secondo match del triangolare contro la Longobarda dove l’Imperatore, accerchiato dai difensori al limite dell’area, è riuscito a trovare uno spiraglio (invisibile ai calciatori “normali”) con un filtrante rasoterra disinnescato solo all’ultimo dall’uscita tempestiva del portiere. Il modulo più classico, e forse più utilizzato, della storia del calcio può essere rivisitato da mister Guadagno sfruttando il movimento degli esterni, sia alti che bassi. Per supportare questa ipotesi, ci basiamo su alcuni movimenti visti nel primo incontro. Cambio di gioco repentino verso la fascia sinistra, Battipaglia corre veloce a fondo campo per sterzare sul destro e mettere in mezzo. A questo punto potremmo vedere un compagno attaccare il primo palo, il centravanti restare in area all’altezza del dischetto, l’esterno destro arrivare veloce sul secondo palo. 3 uomini in area a tenere impegnata e sotto pressione la retroguardia, mentre uno dei mediani si porta al limite per approfittare di corte respinte, disponendo ai suoi lati i 2 terzini quasi come fossero mezzali di contenimento. Ecco che il classico 4-4-2 assume ed evolve in alcune situazioni verso un 3-3-4, qualcosa di simile a ciò che Pep Guardiola ha fatto vedere al Bayern Monaco e nei primi anni con il Manchester City.
Quale sarà la scelta finale?
Queste considerazioni nascono dalla facile adattabilità degli uomini in rosa, e certamente dall’obiettivo ambizioso di proporre un calcio votato al gioco, al dialogo costante tra i reparti, al dominio delle situazioni nel corso della partita. L’uso spinto di terzini d’assalto a supporto delle punte già la scorsa stagione ha portato la necessità di compattezza tra i reparti e lo studio approfondito della situazione di pressing. Mister Dario Guadagno sa che in queste categorie bisogna sempre mettere in conto imprevisti e indisponibilità dell’ultima ora, sono problemi comuni a quasi tutti gli allenatori in Seconda Categoria. C’è da scommettere che lo studio dei vari sistemi di gioco sarà l’arma principale di questa nuova stagione per i Foxes, i cui tifosi possono ammirare una varietà in attacco mai vista prima. Le premesse per un grande spettacolo ci sono tutte.