In un solo mese di vita, la Gaming House ha saputo regalarci spunti di riflessione e momenti divertenti come non avremmo mai immaginato. Con un via vai di presenze pari a circa 70-80 persone spalmate solo nel fine settimana e ben oltre il centinaio se si considera l’intero arco settimanale – rispettando costantemente le norme di sicurezza sul distanziamento sociale –, i membri del nostro team di eSport hanno potuto registrare un’affluenza in continua crescita, comportando la consapevolezza che la Gaming House stia cominciando a posizionarsi in maniera ben precisa nella quotidianità dei suoi visitatori. Molti infatti sono i ragazzi e le ragazze che in questo primo periodo di attività hanno cominciato a frequentare la sede, diventando già dei “volti noti”.
Tuttavia non è stato tutto in discesa, tra avventori spaesati, confusi, dubbiosi e alternativi, i Foxes, insieme ai collaboratori di Wonderlab – nostro partner tecnologico –, ne hanno viste di ogni colore! Fra tutte le incredibili situazioni spicca l’esser scambiati per un Internet point, una delle interpretazioni più comuni dei primi giorni. Ma non è finita qui. Abbiamo potuto assistere a corse improvvise per la galleria del centro commerciale in pomeriggi tranquilli e silenziosi; ad avventrici che caparbiamente si ostinavano a voler prendere non una delle brochure in esposizione all’entrata, ma quella in seconda fila, secondo posto dietro l’espositore e non importava che fossero tutte uguali.
Ma questo non è nulla. In un buffo vortice di incredulità, stupore e divertimento, simpatici aneddoti sono stati spesso condivisi durante le consuete serate di svago post lavoro e allenamento; da qui l’idea di condividerli anche con i nostri assidui lettori.
Cominciamo!
Il bimbo visionario
Pochi giorni prima dell’inaugurazione, la saracinesca della Gaming House è semi alzata. Dentro, i membri dello staff Wonderlab e Guiscards sono alle prese con gli ultimi preparativi prima dell’apertura ufficiale.
Un bimbo cammina insieme ai suoi genitori all’interno del Centro Commerciale, e giunto davanti allo store decide autonomamente di passare sotto la saracinesca, posizionarsi al centro della stanza senza guardare nessuno e restare immobile con lo sguardo fisso rivolto al soffitto. Dopo circa 5 minuti i genitori, che avevano continuato a chiamarlo dall’esterno, riescono finalmente a ridestarlo dal suo stato indefinito; il bimbo esce raggiungendo i suoi e si volta per rispondere con la manina al saluto da parte di una ragazza del nostro staff.
Interagire con i bambini è sempre un arricchimento e questo simpatico ometto non è stato da meno. Ancora oggi anche noi proviamo a guardare il soffitto con occhi diversi, fallendo (per ora).
Punto igiene
Un signore entra indisturbato nello store. Non saluta né chiede informazioni, ma va dritto verso il dispenser di gel disinfettante mani, posizionato subito all’interno. Terminata con accuratezza l’azione igienizzante, dopo aver lanciato uno sguardo alquanto indifferente verso la Gaming House, va via indisturbato.
Più di una volta la GH è stata presa esclusivamente per un punto igiene. Nulla di allarmante in verità, ci fa piacere contribuire in prima linea alla prevenzione da COVID-19, tuttavia la naturalezza con cui queste situazioni si sono verificate ha rappresentato il vero elemento di rilievo. Probabilmente il colore blu acceso del dispenser cattura l’attenzione, o forse dovremmo seriamente valutare la possibilità di implementare un nuovo progetto (#OverTheClean).
Settantenni on the road
Una coppia di settantenni cammina sul piano della Gaming House. Nel passare si ode il titubante pensiero del signore: «Ch’ venn’n ca’?».
Segue la risoluta risposta della moglie «Mph, boh, vien’.». Insieme, vanno via.
Far comprendere cosa siamo agli appartenenti alle generazioni più “veterane”, non vicine quindi all’ampio mondo degli eSport, non sarà cosa semplice. Questo fugace dibattito in dialetto ne è stata la prova.
Centro scommesse
Due signore entrano nella Gaming House e si rivolgono ad uno dei membri di Wonderlab, in quel momento al PC.
«Scusi signorina, ma questo è un centro scommesse?»
«No, mi dispiace, siamo una polisportiva e questa è un’area dedicata a intrattenere i ragazzi attraverso giochi elettronici»
Le signore, trafelatamente, rispondono: «No, ma noi non scommettiamo, era per chiedere. Arrivederci».
La collaboratrice sorride e saluta, pensando che nelle sue parole non aveva affatto insinuato che loro potessero essere interessate a scommettere.
Wonderlab ha creato davvero molta confusione nelle menti dei visitatori delle Cotoniere. Quell’unicorno impettito deve essere stato scambiato sicuramente per “Furia cavallo del west”, da lì alle scommesse ippiche il passo è breve.
Ludoteca
Un signore chiede informazioni sulla GH e dopo aver ricevuto la spiegazione da parte dello staff risponde:
«Quindi posso lasciare mio nipote qui da voi e riprendermelo a fine turno?».
Saranno stati i colori, i PC, l’atmosfera, ma la Gaming House spesso viene presa per la versione salernitana dello SMÅLAND dell’IKEA.
Un video e via!
È un pomeriggio tranquillo quando appare un ragazzo all’entrata che dubbioso guarda le brochure, ma non ne prende nessuna. Poi, senza interagire con i membri del nostro staff, decide di cacciare il telefonino e cominciare a fare un video alla struttura, che termina dopo poco andando via serenamente.
L’interesse destato dalla Gaming House è stato espresso anche da questi provetti “cameramen” che tranquillamente si cimentano in riprese improvvisate, di cui tutt’oggi si ignorano i motivi. Spionaggio industriale? Staremo a vedere.
Scusa ma non ti voglio ascoltare
Durante uno dei primi weekend del mese un signore attempato entra un po’ dubbioso e chiede informazioni sul tipo di attività che si svolgono al suo interno.
Uno dei ragazzi del team di eSport comincia gentilmente la spiegazione, ma neanche al termine della prima frase, l’uomo se ne va senza dire una parola, lasciando il giovane solo e interdetto.
Si sa, in un centro commerciale la distrazione è all’ordine del secondo. Tra sconti, offerte, curiosità, bisogni improvvisi, persone che ti sorpassano col carrello stile Gran Prix, bimbi a cavallo di poni esanimi… è dura mantenere l’attenzione. Sicuramente almeno una di queste situazioni sarà capitata anche al nostro “impaziente” visitatore.
Le “bollette”
Un gruppetto di 4 ragazzi tra i 14 e i 16 anni parlotta fuori allo store. Lanciano sguardi alla mission della Guiscards, guardano la locandina con gli eventi di gioco organizzati dal team di eSport per i weekend del mese, osservano il servizio sullo schermo in vista.
Passano dei minuti. Sembrano aver raccolto abbastanza informazioni e compreso “cos’è” quel luogo.
Quindi entrano in maniera sicura all’interno della Gaming House e uno, con tono deciso di chi chiede un libro in libreria, domanda: “Scusa, ma qui si giocano le bollette?”.
Bisogna essere sinceri, dopo il centro scommesse ci aspettavamo una situazione del genere. Era inevitabile. L’una chiama l’altra in un domino trascendentale.
Just dance Guiscards Edition
Due bambine di circa 10 anni si fermano davanti alla sede insieme alla madre. Mentre una è intenta a guardare qualcosa al cellulare col genitore, l’altra comincia a salutare in direzione del nostro maxi schermo posizionato in vetrina.
Una delle nostre ragazze afferma di aver immaginato che dalla sua angolazione non si riuscisse a vedere chi stesse salutando la ragazzina, ipotizzando un’amica, un cugino, un cagnolino. E invece la piccola a un certo punto si dirige verso la TV, si posiziona di fronte e comincia a ballare animatamente, conversare, sorridere e salutare (apparentemente) al vetro. Quando va via, saluta nuovamente.
Consola sempre vedere della buona educazione. Tuttavia se sia stata dimostrata verso le immagini dei nostri collaboratori, atleti o presentatori non è dato sapere.
Terminano qui le simpatiche stramberie accadute in questo primo mesiversario della Gaming House presso il Centro Commerciale Le Cotoniere.
Il bello del nuovo spazio targato Salerno Guiscards è anche questo: avere una piccola grande finestra di contatto con il pubblico, interagivi e instaurare rapporti, dissipare dubbi e soddisfare curiosità. Se poi ciò accade in maniera alternativa non fa che evidenziare il carattere innovativo che continua a contraddistinguere la polisportiva. Magari in un’accezione più buffa.
Ci siamo divertiti a vivere quelle situazioni, così come a raccontarle con un pizzico di ironia, e siamo sicuri ne capiteranno di altre. Nel frattempo attendiamo, riflettendo sul fatto che la natura innovativa di queste situazioni – e forse, a quanto pare, anche della Gaming House – è (ancora) invisibile agli occhi. Come diceva il caro vecchio Totò, in questo manicomio succedono cose da pazzi!